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“La bellezza ci salverà”, la mostra di Giovanni Tagliavini

IL GRANDE OSSERVATORE by Jean Blanchaert

Giovanni Tagliavini, dopo un lungo percorso trentennale, ha trovato la sua impeccabile cifra stilistica, quella che gli consente di essere pittore, maestro del colore, psicologo, sociologo, umorista e antropologo della nostra società.
I suoi lavori su carta sembrano magicamente tridimensionali, quasi fossero sculture in legno. Tagliavini disegna, scannerizza, usa sapientemente Photoshop e alla fine ottiene un quadro digitale. Il file rimane nel suo archivio, ma il dipinto in questione, perché di dipinto si tratta, avrà una tiratura a tre esemplari, come accade per molti lavori fotografici.
In alcune immagini molto grafiche, Tagliavini ricorda la Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit), quasi fosse un Christian Schad del terzo millennio. Altre volte, raffigura il casto bacio di due amanti neri oppure, assetato di colore blu, sembra bersi tutto il mare;
gli Arrivanti, come l’artista chiama i migranti, sono più colorati di noi milanesi, appaiono come le maschere del carnevale di James Ensor; l’uomo sotto l’ombrello ci fa sentire il rumore della pioggia. Tagliavini sa parlare alle ragazze, lo si capisce da come le dipinge, in topless, in bikini o in abito da sera. Funerali in Duomo ricorda la bomba alla Banca dell’Agricoltura, in piazza Fontana, il 12 dicembre 1969. I volti sono quelli. Gli occhi del quadro Fiore in bocca ti guardano l’anima, non puoi mentire. Anche nella moda l’artista dice la sua, riconoscendo le origini africane di certe tendenze.
Negli autoritratti è sincero, passa dallo psichedelico al molto deciso. Con La classe operaia va in Paradiso ci riporta a una Milano di cinquant’anni fa quando c’erano ancora gli operai, il buio, la nebbia e l’eros. Scherza persino sul suo funerale il Tagliavini e vede l’aldilà pieno di luce e di amici; guarda con ironia il mondo Covid delle maschere che sembrano una decorazione gentilizia. Non per niente il virus si chiama Corona.
Dieci anni fa, a Mosca, ho conosciuto Romasco, il più grande acquarellista che mi sia capitato d’incontrare. Alternando gli acquarelli Leningrad ai Winsor&Newton, riusciva a creare dei quadri che sembravano olii su tela, mosaici in pietre dure, pastelli o graffiti. Lo stesso discorso lo si può fare per Giovanni Tagliavini che è in una tale sintonia col software da riuscire a farti credere che ti trovi di fronte a un acquarello molto liquido oppure a un’opera realizzata ad aerosol (street art). Questo è il caso del lavoro intitolato Post-trance dove il personaggio ritratto torna fra di noi ma è ancora un po’ allucinato. Stupefa è un volto giallo strabiliato da ciò che vede. Sbalordito negli occhi, ritto nei capelli e col mento proteso. Tempo: una figura rossa di età imprecisata guarda ipnotizzata il suo cellulare. Il tempo passa. La vita è altrove?

LA BELLEZZA CI SALVERA’ Mostra di Giovanni Tagliavini Curata da Jean Blanchaert
Creative Director: Paola Manfrin
Inaugurazione 21 Febbraio fino al 6 marzo 2022
Grazie a: Fabrizio Garghetti, Alfredo Bocciarelli ColorDielle S.N.C.

#labellezzacisalveràOgni accesso sarà consentito nel rispetto delle norme anticovid…l’Inaugurazione sarà dalle 18:00 alle 20:30 per accedere alla mostra è obbligatoria la tessera ARCI.

Il giorno successivo all’inaugurazione (il giorno 22), dalle 18 alle 20, il maestro Gaetano Liguori presenterà insieme a Paolo Soraci il suo ultimo libro: LA MIA STORIA DEL JAZZ (Jaca Book) con copertina realizzata da Giovanni Tagliavini. Essendo a disposizione un meraviglioso piano, speriamo che il maestro Liguori ci regali qualche grande emozione.

Lunedì 28 dalle 20 Milton Fernandez ed Angel Galzerano faranno uno spettacolo teatral musicale: -CANTI D’AMORE E DI LIBERTA’-Orari di apertura della Mostra:
*Lunedì 18.30-23.30
*Martedì 14.30-23.30
*Mercoledì 14.30-17.30
*Giovedì 14.30-17.30
*Venerdì 14.30-17.30
*Sabato 11.00-17.00
*Domenica 11.00-14.00